racconti

due di ogni cosa

compro due di ogni cosa.

utilizzo lo spazzolino elettrico, mentre l’altro “analogico” lo guarda con amicizia e rispetto. li uso entrambi, come capita, per tenerli sempre in vita. indosso due paia di ciabatte per l’inverno, due paia per l’estate – in ogni casa in cui abito ne ho due. nella stessa serata le faccio camminare entrambe, per non farle arrugginire e per continuare a sommare il numero dei passi di ciascuna. nel portapenne ho due matite gemelle, due penne blu, una sola penna rossa, che non uso – ma non si sa mai. compro sempre due bagnoschiuma, due flaconi di shampoo, due succhi alla mela, quattro tavolette di cioccolato fondente al settanta percento, due tazze per la colazione, due libri dello stesso autore, due agende.

ho sempre parlato da sola, certa di essere ascoltata e sicura di non essere affatto strana. ho camminato molti anni con in braccio una camicia da notte di mia madre, stretta in un abbraccio perpetuo. da neonata, il mio letto era pieno di animali della giungla. l’orso che ha dormito insieme a me fino all’età di dieci anni si chiamava piccolo ed era grasso e bianco. alle due del pomeriggio ho sentito per anni la forte mancanza di qualcuno, senza sapere bene chi fosse. il mio blog si chiama “luna e l’altra” e riporta il ricamo dei miei amati giochi di parole. non ho una sola “amica del cuore”, poiché sento che non sia sufficiente.

la citazione con la quale sento di risuonare maggiormente recita così: “due non è uno più uno, due è altro da uno” – ed è di un filosofo che credo non sia ancora morto.

amo due volte, soffro due volte, piango due volte, ho due modi differenti di ridere. sono una, mai trina, e profondamente e intimamente doppia. resto alla costante ricerca della mano da stringere e accompagnare verso il secondo paio di ciabatte e allo spazzolino elettrico.

 

[image christian schloe]

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