lettera

lettera bianca

quattro maggio duemilaventuno

cara bianca,
la vita scorre e lo fa a modo suo, talvolta a prescindere da noi. è un periodo assai granitico e caldo, momenti di incertezza si intrecciano a grandi, potenti gioie. piove sottile e senza vociare. l’assiolo torna ogni sera e lancia i suoi discorsi anche di giorno.
gli esseri umani provano ancora ad alleggerirsi lo stomaco, vomitando sugli altri le responsabilità proprie. tuttavia il dialogo fermo restituisce loro i propri macigni. a ognuno il suo – e così sia.
ora il venerdì è fresco come un tuffo in un torrente, sa di sale e di mare e di terra e di radici intrecciate, è avvolto da un’aura innamorata, parla piano e cammina lento. come un fiore, parlo con l’aroma dei miei petali di cotone bianco, sorseggio pioggia selvatica e mi stringo nell’abbraccio azzurro del mio mare, che mi dorme ogni notte accanto. come un fiore, le mie parole paiono polline sfumato che scorre lieve, accompagnandosi al vento, e accolgo il passare del tempo con la certezza della vita il giorno dopo.
non sono più stanca, né inciampo: io sono.
ed è tutto da qui, con gioia – mai scontata, sempre scelta.
e basta.

[image by martina heiduczek illustrates]
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