#vitadibi

vorrei essere una pianta grassa

non sono fatta per restare nei fondali, pizzicata dalle correnti fredde che mi ritirano la pelle. per le notti senza ossigeno, quelle con la luce che non si accende e per i pulsanti che vanno a vuoto. per i divani in pelle, non sono fatta, per i cerchi alla testa, per i tremori alla palpebra sinistra, per le nevrosi, per le parole lanciate come cicche roventi, che vanno a spegnersi in cima al petto.

non sono fatta per i papaveri strappati via dalla loro terra e lasciati, esanimi, ad annegare in un vaso trasparente. non sono fatta per il caos, per la carne che sanguina, per la stitichezza nelle emozioni, per i forse, per i no, per i nossignore, per l’adolescenza e i suoi traumi che bucano lo stomaco, per le catene, per la ruggine, per le certezze, per i cigolii, per il carcere e le sue sbarre cieche, per le buche che squarciano le ruote, per le frasi deglutite, per le verità assolute, per gli avanzi, per i film horror, per la marmellata paglierina, per il miele millefiori, per i parabeni, per i conservanti, per il cemento, per le torte alla panna, per chi si specchia in assenza del suo riflesso, per la pigrizia, per l’insolenza, per l’accidia, per le dicotomie insanabili, per i proverbi, per gli ioni negativi, per il fondotinta, per gli accenti sbagliati, per i tirannosauri, per gli addii, per l’acrilico, per le mani serrate, per gli aneurismi, per le calze bucate, per i razzismi, per l’amaro, per le anestesie, per i rasoi, per i mostri dagli occhi bianchi, per gli incendi, per la fretta, per le scuse, per il punto e virgola, per i baci mancanti, per le unghie lunghe, per le maiuscole, per l’ingiustizia, per l’iniquità, per i cordoli, per i metalli pesanti, per l’heavy metal, per l’asfalto, per la sabbia bollente, per le bolle, per questa gola di cristallo, per gli alberi tagliati, per le tenebre di plutone, per la dimenticanza, per le tombe, per la frigidità, per la paura, per il prurito, per gli schiaffi dell’umiliazione, per il tradimento, per le spalle che si voltano, per le serrande e il loro suono perentorio, per le spine nel fianco, per i tagli che vomitano sangue stantio e nauseabondo, per gli occhi rossi, per la materia e il suo stato solido, per la televisione, per il tatto, per la pelle d’oca, per il freddo dentro alle ossa, per i centri commerciali, per le grida, per il credito esaurito, per gli antibiotici e gli antidolorifici, per gli anti, per i bambini che lanciano la sabbia, per le capriole all’indietro, per i bisogni cagionevoli, per la perifrastica passiva, per i tiranni, per i re, per la ferocia, per le sedie di plastica, per la pancia gonfia, per l’immobilità, per il vomito, per le intenzioni, per i capelli troppo tirati, per il narcisismo, per la polvere sui libri, per gli sguardi arcigni, per le domande retoriche, per gli aghi infilati, per le pecore bianche, per le pere, per le condanne a morte, per l’immondizia fuori dai secchi, per il mondo di collera, per l’albume, per la sordità, per la kappa, per le definizioni, per chi ruba energia, per chi ruba, per lo zucchero raffinato, per chi non muore mai, per le bugie, per l’arancione, per le bici con le rotelle, per gli asparagi cotti, per la disumanità, per i piatti di plastica, per il balcone piccolo, per la puzza di chiuso, per la puzza di sudore, per la vetta troppo stretta, per l’occidente, per i vicini, per i lontani.

vorrei essere una pianta grassa – e non avere più freddo.

 

[katsushika hokusai]

[katsushika hokusai]

“io guardo spesso il cielo. lo guardo di mattino nelle ore di luce e tutto il cielo s’attacca agli occhi e viene a bere, e io a lui mi attacco, come un vegetale che si mangia la luce”.

mariangela gualtieri, da fuoco centrale

 

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