racconti

a casa mia

le facciate di casa mia sono le siepi.
folte e forti, che al loro fiorire esplodono di lillà e li allargano come si fa con le persiane.
il silenzio dell’inverno le protegge dalla morte, dona loro coperte verdi e pavimenti imbevuti di fitte piogge.
i brusii dell’estate rinchiudono i petali viola in un sottofondo musicale, che li rende invisibili agli occhi e palesi alle orecchie più attente.
paiono cicale, ma sono fiori: i fiori di lillà.

a casa mia le pareti sono gli alberi.
slanciate e assottigliate, parlano di storie familiari e antiche.
hanno la tinta della linfa che le trascorre e al tatto sanno di cortecce invecchiate e muschi appena nati.
i rami schiudono porte e accompagnano nelle stanze, degli oltreluoghi rivestiti d’infinito.
s’aprono sul soffitto recintato dalle stelle e decorato dalle nubi.
e la luna, è lei ad accenderle.

i mobili di casa mia sono i ricordi.
memorie color ambra appena fuori fuoco, per celarsi agli occhi indagatori.
dolci e sfumate, pronte a riapparire nella loro nitidezza al calpestio familiare di anime speciali.
memorie talvolta sovraesposte, a causa del dolore che ha attraversato i corpi dei suoi spiriti in affitto e che lì ha lasciato tracce eterne.
e vanno, dunque, riempendosi di luce.

a casa mia la soglia è una porta a scrigno.
si serra di fronte ad ogni timore e riunisce la casa in riflessione, per sciogliere i dubbi e ricamare soluzioni.
fragile, preziosa e potente come un cristallo.
la soglia è sulla punta dell’indice e raggiunge orizzonti lontani e mai piatti.
si spalanca di fronte alla vita.
si spalanca di fronte all’amore.

 

[ph. francesca woodman]

[ph. francesca woodman]

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